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4 novembre, il sindaco Citterio: la pace impegno quotidiano per la comunità

06/11/2023

Care concittadine, cari concittadini,

Oggi, in questa importante ricorrenza del IV Novembre, Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate, ci riuniamo per riflettere sulla pace, l’importanza dell’unità e per onorare la memoria dei caduti di tutte le guerre.

Viviamo in tempi tumultuosi, dove il conflitto e la violenza sembrano avere la meglio su valori come la pace e la coesione sociale, la comprensione e la fraternità. I recenti sanguinosi eventi che sconvolgono la Palestina e Israele, così come la devastante guerra in Ucraina, ci ricordano quanto sia impellente il bisogno di pace e il dialogo tra le nazioni.

Doverosamente riprendo un estratto del discorso che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha tenuto qualche giorno fa in occasione della consegna di onorificenze militari.

«Dopo la dissoluzione del regime fascista e l’occupazione da parte delle truppe naziste, le Forze Armate onorarono i princìpi del loro servizio alla Patria e, con spirito di sacrificio e con fedeltà al giuramento prestato, combatterono contro le forze nazifasciste. Lo fecero in uniforme nelle file regolari del Primo Reggimento Motorizzato e, successivamente, nel Corpo Militare di Liberazione e nei vari Gruppi di Combattimento e Divisioni Ausiliarie che, con grande valore, al fianco degli Alleati, risalirono la penisola sconfiggendo le truppe occupanti.

Lo fecero nei campi di concentramento tedeschi, dove gli oltre seicentocinquantamila internati militari italiani, rifiutando di aderire alla guerra nazista, patirono brutali vessazioni e immani sofferenze, che causarono la morte di cinquantamila di loro.

Lo fecero passando alla clandestinità sui monti e nelle città, dando vita e unendosi alle formazioni partigiane, creando fronti clandestini».

Prosegue ancora il Presidente Mattarella: «Pagine iscritte nella nostra storia che ci chiamano a riflettere sul valore della pace e della sicurezza. Condizioni costruite in settantasette anni di vita repubblicana e di collaborazione internazionale. Un bene incommensurabile, che per tanti anni abbiamo forse iniziato a considerare come scontato.

Per molti Paesi e popoli non è mai stato così. E oggi, purtroppo, la situazione, a partire dal nostro continente, è ancora più compromessa. Sono sempre più numerosi i Paesi in cui la pace è minacciata o cancellata. La tragedia della guerra è tornata vicino a noi.

La brutale aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa ha riportato d’attualità la consapevolezza che la guerra è ancora possibile anche in Europa. La guerra in Ucraina è, prima di tutto, la tragedia del popolo ucraino che, da oltre diciotto mesi, combatte e soffre con tante vittime e devastazioni, ma è anche un gravissimo attacco all’intera comunità internazionale e alle regole faticosamente costruite nell’ambito delle Nazioni Unite. Tutto questo sta provocando effetti generali destabilizzanti.

Un’altra tragedia è in atto in Medio Oriente.

I vili attacchi terroristici portati da Hamas lo scorso 7 ottobre contro inermi cittadini dello Stato di Israele – dai bambini agli anziani – hanno alimentato drammaticamente l’irrisolto conflitto israelo-palestinese, con migliaia di morti su entrambi i fronti, pagando un prezzo elevato per un contrasto che da oltre settant’anni dilania la regione senza che si sia pervenuti, responsabilmente, a una soluzione condivisa.

Purtroppo tensioni e crisi affliggono molte altre parti del mondo: nei Balcani, nel Nord Africa, nel Sahel, nelle repubbliche del Caucaso, per ricordare soltanto quelle a noi più vicine.

Soltanto un rinnovato impegno, nel solco nelle nostre scelte atlantiche ed europeiste, può rafforzare l’unità di intenti tra le democrazie, necessaria per difendere i valori delle nostre comunità e contribuire a creare un ambiente internazionale pacifico e prospero». Così il nostro Presidente Sergio Mattarella.

In questo contesto vi invito a riflettere sul nostro ruolo di cittadini nel promuovere la pace non solo nel mondo, non in astratto, ma ad attuarla e conquistarla tutti i giorni anche nella nostra comunità. Ognuno di noi può contribuire a costruire un ambiente più armonioso, in cui il dialogo e il rispetto reciproco siano alla base delle nostre relazioni quotidiane. Sempre più spesso purtroppo si scade nella lamentela, nel ricercare le mancanze nel comportamento dell’altro, nell’evidenziare le differenze di opinione, nel cercare di prevalere con le proprie idee senza ascoltare quelle altrui. Anziché ricercare la soluzione, il compromesso, il punto di incontro che soddisfa entrambe le parti si rimane sulle proprie posizioni senza fare un passo avanti.

Questo, chiaramente, non è un contributo alla crescita della comunità e, riportato su scala più ampia, neanche un contributo alla Pace nel mondo che passa invece, anche a quei livelli, attraverso comprensione e ascolto.

La nostra piccola comunità può diventare, se lo vogliamo, un esempio di convivenza pacifica, in cui le diversità culturali e le opinioni differenti vengono accettate e valorizzate. Dobbiamo essere uniti nel rifiutare la violenza come soluzione ai conflitti e nel promuovere un dialogo costruttivo.

Vorrei citarvi a questo proposito un breve stralcio dell’ultimo discorso di Aldo Moro ai gruppi parlamentari il 28 febbraio 1978:

«Se fosse possibile dire: saltiamo questo tempo e andiamo direttamente a questo domani, credo che tutti accetteremmo di farlo, ma, cari amici, non è possibile; oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso, si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà… Camminiamo insieme perché l’avvenire appartiene in larga misura ancora a noi». Così Aldo Moro nel 1978 qualche giorno prima di essere rapito e poi assassinato.

Vivere dunque hic et nunc, il qui e ora, come dicevano i latini, per non rinviare ciò che di buono possiamo fare oggi, dove ci troviamo, per non demandare ad altri ciò che di buono possiamo fare noi per la nostra comunità, la scuola in cui studiamo, l’azienda dove lavoriamo. Certi che questo si riverbererà a cerchi concentrici anche su scala più vasta, si trasmetterà alle nuove generazioni, arriverà dove adesso c’è l’odio e il rancore, il desiderio di vendetta e di sopraffazione.

L’invito come sempre è poi quello di partecipare attivamente alla vita pubblica, a esercitare i nostri diritti di cittadini e ad essere parte e attori del cambiamento, senza temerlo ma costruendolo insieme alla ricerca del bene comune. L’associazionismo poi offre molte opportunità per passare dalla società dell’io a quella del noi: senz’altro stando a fianco l’un l’altro per un ideale condiviso, consapevoli che dispensare un aiuto concreto porta più beneficio a noi stessi che a chi lo riceve. Sappiamo però quanto i mezzi di comunicazione e in particolare i social network influenzano e condizionano, ahinoi spesso negativamente, anche la vita reale. Non disgiungiamo le due cose, non sottovalutiamo questi mezzi: governiamoli e pretendiamo il rispetto per la dignità nostra e delle idee altrui.

Senza prevaricare, denigrare, offendere ma neanche indulgere e tollerare notizie false e tendenziose, sicuri di essere in uno stato di diritto, di far parte a pieno titolo di una società evoluta che può e deve sviluppare gli anticorpi adatti al tempo in cui viviamo.

In occasione di questa giornata speciale, dedichiamo come sempre un pensiero ai caduti di tutte le guerre, civili e militari, ricordando che la pace è un bene prezioso che dobbiamo proteggere e preservare. La pace e la democrazia non sono mai scontate, mai regalate ma sono valori per i quali dobbiamo lottare ogni giorno.

Avendo l’umiltà di imparare anche che dai più giovani, dai bambini a cui passeremo il testimone: da loro a scuola in una rappresentazione collettiva in occasione del IV Novembre abbiamo sentito parole chiare e nette: la guerra non si vince, è una sconfitta per tutti, un danno atroce e irreparabile per tutta l’umanità. Hanno invocato con forza il valore dell’uguaglianza tra le persone e della fratellanza tra i popoli.

Ricordiamolo allora con orgoglio che, anche a Vedano, Città per la Fraternità, abbiamo accolto negli anni con grande slancio di generosità e altruismo famiglie che provenivano da situazioni di guerra offrendo loro un riparo sicuro.

Sono gesti di generosità contagiosi che, se trasmessi alle generazioni future, in sintonia con i principi fondamentali della nostra Costituzione democratica, ci rendono speranzosi di un futuro migliore.

Lo facciamo anche oggi, ringraziando innanzitutto la scuola per essere come sempre presente con una rappresentanza del Consiglio comunale delle Ragazze e dei Ragazzi. Istituzione che quest’anno si rinnova facendo vivere in prima persona agli studenti, il processo democratico alla base del nostro ordinamento.

Lo facciamo anche riconoscendo l’importante e prezioso lavoro quotidiano svolto dalle Forze dell’Ordine. Desideriamo esprimere la nostra gratitudine a coloro che sono più vicini a noi, tra cui la Stazione dei Carabinieri di Malnate e il nostro Servizio di Polizia Locale, che sono costantemente chiamati ad affrontare le crescenti richieste della comunità, dimostrando sempre una presenza attenta e una risposta pronta alle mutevoli esigenze di sicurezza del nostro territorio.

Inoltre corre come sempre l’obbligo di ringraziare per il servizio reso al paese tutte le Forze Armate e in particolare le rappresentanze delle associazioni d’arma presenti oggi tra cui l’Aeronautica Militare e il gruppo comunale dell’Associazione Nazionale Alpini.

Infine, in questa occasione pubblica, desidero esprimere, a nome di tutta la comunità, la nostra sincera gratitudine alle istituzioni e alle associazioni di Vedano Olona che lavorano instancabilmente in vari settori per migliorare la nostra comunità. In particolare, voglio riconoscere e ringraziare quelle istituzioni presenti qui oggi, come la Parrocchia San Maurizio, il nostro gruppo locale di Protezione Civile, la Filarmonica Ponchielli, l’ANPI e l’AMEVO. Queste organizzazioni dimostrano sempre un entusiasmo straordinario e una partecipazione attiva quando si tratta di celebrare insieme gli eventi civici.

Proseguiamo allora su questa strada lavorando insieme e tutti nella direzione di una comunità unita, nei momenti gioiosi come in quelli difficili, sapendo che anche da un piccolo centro come il nostro, anche ascoltando le opinioni dei più piccoli si possono fare cose grandi.

Viva le Forze Armate, viva la Repubblica, viva l’Italia!

Cristiano Citterio

(Sindaco di Vedano Olona)

Ultima modifica: 6 Novembre 2023 alle 11:25
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